Un viaggio sonoro tramite le percussioni di

Edith Salmen, echi di parole estratte da testi di Hermann Hesse 
interpretazione del 57'ching del Libro dei mutamenti.
"Se fossi nuvola" testo di Natascha Fioretti.
Due libri d'artista edizione areapangeart:  il primo tra Müller e Fioretti" Se fossi nuvola " 2018. Il secondo tra Salmen e Müller  ispirato ad una doppia interpretazione  del  " 57 " liberamente tratto dal Libro dei Mutamenti e da nubi e venti notturni.


Edith Salmen, nata a Friburgo in Germania fa parte della prima generazione di donne a livello europeo del mondo delle percussioni. Ha frequentato il conservatorio della sua città natale ed ha proseguito un master come solista al conservatorio di Monaco di Baviera. Già come studentessa le viene offerta l'occasione di suonare musica di scena per drammi radiofonici e per il teatro, assumendo al contempo sia la composizione che la direzione. A parte l'attività come solista la musica da camera resterà sempre un suo interesse particolare. Dal 1999 fino al 2002 copre la carica come responsabile musicale della serie di trasmissioni "Lyrik und Musik" della SWR Baden-Baden. I suoi concerti la portano in tutto il mondo nei più grandi festival di Lisbona, Montepulciano, Rignano sull'Arno, Donaueschingen, Hitzacker, Witten, Seoul, Taipeh e Atlanta. Edith Salmen ha suonato le prime esecuzioni mondiali di diverse opere tra cui Stockhausen, Rihm, Veerhoff, Hölszky, Hiller, Hamel. È stata membro del Deutsches Schlagzeugensemble e del percussion art quartet. Una particolarità della musicista è il verrophon, una particolare arpa di vetro con la quale nel 2004 faceva parte come solista alla prima esecuzione mondiale dell'opera Wolkenstein di Wilfried Hiller a Norimberga. Dal 1999 fino al 2013 ha insegnato come professoressa presso la Hochschule für Musik und Theater Rostock. Da 2012 vive in Ticino.

 

 

 

Bianche nuvole ( Hermann Hesse)

 

 

 

Guarda, sempre si liberano

 

simili a melodie eteree

 

di canti che si scordano

 

nel cielo azzurro, aeree

 

 

 

non c’è cuor che le comprenda

 

e in un gran pellegrinare

 

dei dolori bene intenda

 

delle gioie del viaggiare

 

 

 

amo loro, libere, e bianche

 

come sole e mare o stelle

 

per chi è stanco di vagare

 

son come angeli o sorelle.

 

 

 

Estratti da : Nuvole ( Hermann Hesse)

 

..A mio avviso, ciò che rende le nuvole belle e significative è proprio il fatto che si muovano e che in quello spazio vuoto, qual è ai nostri occhi il cielo, creino distanze, proporzioni e intervalli. Che poi tali distanze e proporzioni siano incredibilmente illusorie non ha alcuna importanza….

 

Grazie alle nuvole, lo spazio aereo, in cui altrimenti lo sguardo non distinguerebbe nulla perdendo insieme alle proporzioni anche il senso della presenza e della percezione, acquisisce visibilità: diviene una prosecuzione della terra…..

 

Quello che in misura ridotta fa l’ucello, in grande lo fanno le nuvole. Esse rendono evidente, vivo, apparentemente, misurabile lo spazio sconfinato, congiungendoci a esso. Perché esse appartengono a noi, alla terra, consistono di acqua terrestre, sono l’unica porzione di terra e di materia terrena che si eleva visibile davanti ai nostri occhi e che prosegue nello spazio invisibile un’essenza e una vita terrestre.

 

Di qui anche il valore simbolico delle nuvole, avvertito da chiunque compia una passeggiata pomeridiana, valore simbolico che suscita impressioni e sentimenti completamente diversi rispetto alla vista del sole, della luna e delle stelle. Questi ultimi non sono terrestri, e neanche tanto vicini da poter essere misurati, hanno una propria natura e una vita propria. Non sono una porzione di terra che allegia nello spazio, e la loro forma e il loro moto non sono determinati dalle forze della natura a noi vicine e familiari. Le nuvole, invece, dividono con noi luce e tenebre, vento e calore. Non sono mondi a sé, bensì appartengono al nostro, si formano davanti ai nostri occhi obbedendo a leggi che noi comprendiamo e a cui siamo a nostra volta soggetti, per poi ritornare immancabilmente sulla terra.

 

Ma questo ritorno lo vediamo raramente. Durante un forte acquazzone o una nevicata le nuvole non le riusciamo più a distinguere.

 

Oltre a renderci visibile lo spazio aereo, le nuvole ci permettono di percepire gli spostamenti dell’aria. E se questi ultimi non rappresentano certo un mistero per la nostra mente, per i nostri sensi essi lo sono sempre e percò sono avvincenti. Se a trecento o a mille metri sopra la mia testa l’aria si muove, creando correnti che vanno o vengono, si incontrano, si dividono, si scontrano, io non ne accorgo. Se però vedo una nuvola o un gruppo di nuvole migrare, viaggiare più velocemente o più lentamente, fermarsi, dividersi, addensarsi, cambiare forma, fondersi, inalberarsi, lacerarsi, questo è uno spettacolo che suscita in me interesse e partecipazione.

 

Lo stesso discorso vale per la luce, che nello spazio azzurro e apparentemente vuoto noi non percepiamo. Se però vi fluttua una nuvola, che diventa di un colore grigio, grigio chiaro, bianco, dorato, rosa, tutta la luce là in alto ai miei occhi non è persa; la vedo, la contemplo, la gusto. La sera, quando il sole è già tramontato da tempo e la terra è spenta, chi non ha mai visto le nuvole ardere e fluttuare nella luce lassù!

 

.E per finire, le nuvole sono per noi anche un simbolo della caducità, perlopiù sereno, liberatorio, salutare. ….

 

Nuvole (Natascha Fioretti)

 

Tutta cotonata,

 

bianca,

 

strapazzata: cosa sei?

 

Una nuvola, disse lei.

 

Ah, se fossi nuvola

 

partirei

 

mi dissolverei

 

in viaggio

 

abbandonerei

 

le zavorre

 

sublime

 

mi alzerei

 

nell'aria

 

scalza

 

striata

 

di blu, di verde

 

Serpe!

 

Pensatrice!

 

Che disegna cerchi, sassi

 

varca

 

passaggi

 

pensieri

 

confini arditi

 

cavalca

 

Pazza!

 

nuvole felici

 

passeggere silenti

 

che recapitano messaggi.

 

Ah, se fossi nuvola

 

non avrei paura

 

sarei chiara essenza

 

metamorfosi

 

inquieta

 

contemplazione

 

viva

 

vortice

 

pellegrina

 

i piedi nel cielo

 

la legge morale dentro di me.

 

Tutta spettinata,

 

bianca,

 

irriverente: cosa sei?

 

Una nuvola, disse lei.